(ANSA) - MILANO, 30 GEN - L'80% dei lavoratori italiani non
teme l'intelligenza artificiale, anzi, la considera
un'opportunità, ma avverte una carenza di competenze e la metà
di loro ritiene insufficiente la preparazione offerta da scuole
e università. E' il quadro che emerge dall'indagine trimestrale
di Randstad, multinazionale olandese attiva nei servizi per le
risorse umane, condotta in 34 Paesi del mondo su un campione di
405 lavoratori fra 18 e 67 anni.
Gli italiani sono tra i più ottimisti in Europa (terzi dopo
Portogallo e Grecia) sull'impatto positivo della tecnologia e il
65% ritiene che automazione, robotica e intelligenza artificiale
influenzeranno positivamente il proprio lavoro nei prossimi
cinque o dieci anni. Ma sono i primi nel mondo a sentirsi
obbligati a sviluppare le proprie capacità per tenere il passo
con i progressi digitali (80% contro 47% media globale). La
carenza di competenze digitali inizia nelle scuole e nelle
università: solo il 50% del campione pensa che gli studenti
ricevano le conoscenze adeguate per prepararsi al mondo del
lavoro. L'Italia è terzultima nella classifica mondiale e ben
lontana dall'85% della Cina. Delusi dal sistema formativo, l'81%
dei lavoratori crede che sia compito dell'azienda predisporre
piani di formazione (contro 76% della media), ma soltanto il 41%
dichiara che l'azienda in cui lavora sta investendo nella
formazione dei dipendenti su intelligenza artificiale e machine
learning.(ANSA).